martedì 12 ottobre 2010

CATECHESI: UN AFFASCINANTE VOLO

 di Bruno Ferrero



Fare catechismo è entrare in una magnifica avventura. I catechisti sono le persone più preziose della parrocchia. I veri «pescatori di uomini» del nostro tempo.





□ Un giorno, mentre Gesù camminava lungo la riva del lago di Galilea, vide due pescatori che gettavano le reti: erano Simone e suo fratello Andrea. Egli disse loro: «Venite con me, vi farò diventare pescatori di uomini». E quelli abbandonarono le reti e lo seguirono subito (Marco 1,16-18).

□ Un giorno il parroco vede la signora Margherita, dopo la Messa, e le dice: «Vuoi fare la catechista?». Sorpresa, Margherita risponde: «Io? E come devo fare?».

Una passione, un servizio

«Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato», afferma San Paolo. E aggiunge: «La fede nasce dall’annunzio di Cristo. Ma come potranno invocare il Signore, se non hanno creduto? E come potranno credere in lui, se non ne hanno sentito parlare? E come ne sentiranno parlare, se nessuno lo annunzia? E chi lo annunzierà, se nessuno è inviato a questo scopo? Come dice la Bibbia: Quanto è bello veder giungere chi porta buone notizie! La fede dipende dall’ascolto della predicazione, ma l’ascolto è possibile se c’è chi predica Cristo» (Romani 10, 13-14).

□ Per Paolo, annunciare Cristo è un’urgenza: «Infatti l’amore di Cristo ci spinge» (2 Corinti 5, 14). Per lui gli uomini devono assolutamente conoscere Cristo per avere la salvezza, perché «vivere è Cristo» (Filippesi 1, 21).

Ci vuole un metodo

Per fare bene qualunque cosa ci vuole un metodo. Anche per fare catechismo ci vuole un metodo. Ma che cos’è un metodo? La parola «metodo» proviene dalla lingua greca e significa «via da percorrere», «itinerario», «viaggio». Possiamo paragonare un buon metodo a un viaggio in aereo. Per un viaggio aereo (e per fare catechismo) sono essenziali tre momenti: la preparazione, la realizzazione, la revisione. Iniziamo a vedere come ci si prepara.

Il punto di partenza

Bisogna conoscere il punto di partenza e il punto d’arrivo. Si può fare un viaggio senza sapere da dove si parte e dove si vuole arrivare? È impensabile, a meno che si voglia semplicemente andare «a zonzo». Ma di solito si sceglie l’aereo per fare un viaggio programmato, con una meta precisa. Ci si affida a una compagnia di volo e a degli esperti. Il punto di partenza e il punto di arrivo non sono decisi dal pilota, ma dalla «Compagnia aerea».

Allo stesso modo il catechista non è affatto il «padrone» della catechesi. È chiamato per una missione e un servizio.

Ogni catechista deve rispondere a una chiamata e a queste domande:

▪ che cosa vuole il parroco, cioè la Chiesa da me?

▪ che cosa vogliono i genitori di questi piccoli che mi sono stati affidati?

▪ che cosa vogliono veramente questi piccoli?

Ecco come la Chiesa definisce il punto d’arrivo: «Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo» (Il Rinnovamento della catechesi, 38).

Il punto di arrivo

Il punto d’arrivo è l’incontro con una persona: Gesù Cristo. Con delle modalità precise:▪ «La Chiesa, quindi, deve predicare a tutti Gesù Cristo e fare in modo che ogni cristiano aderisca alla sua divina persona e al suo insegnamento, sino a conoscere e vivere tutto il suo “mistero”...».

▪ «Scegliendo Gesù Cristo come centro vivo, la catechesi non intende proporre semplicemente un nucleo essenziale di verità da credere; ma intende soprattutto far accogliere la sua persona vivente, nella pienezza della sua umanità e divinità, come Salvatore e Capo della Chiesa e di tutto il creato».

▪ «Questa prospettiva ha una importanza pastorale di prim’ordine. Quando un messaggio viene dalla persona e la persona consacra per esso la vita, gli uomini del nostro tempo sono particolarmente disposti a farlo proprio e a dargli testimonianza».

▪ «La via, corrispondente all’azione stessa di Dio e alle esigenze dell’uomo, è quella seguita dalla Chiesa fino dai primi tempi: predicare la persona di Gesù Cristo» (tutte le citazioni da Il rinnovamento della catechesi, numeri 57-58).

La rotta

È costituita dal «Progetto catechistico italiano». La Chiesa italiana ha fornito ai suoi catechisti delle mappe precise e articolate per il loro «fare catechesi». è quell’insieme di orientamenti del magistero dei vescovi che la sua espressione scritta nel Catechismo per la vita cristiana, in più volumi.

La competenza del pilota

Non si può dare ciò che non si ha. È necessario tenere sempre presente la prima legge della comunicazione: si comunica con quello che si è, non con quello che si dice (sarebbe troppo comodo!). I bambini ci ascoltano con... gli occhi!

«Vale soprattutto ciò che gli educatori sono, prima ancora di ciò che essi dicono e fanno» (Il rinnovamento della catechesi, 135).

Con i bambini che gli sono affidati, il catechista percorre il cammino della fede, non solo per se stesso, ma per fare la «guida».

Accettare di diventare catechista è un’esperienza unica. Significa:

▪ lasciarsi trasportare dalla Parola di Dio;▪ essere pronti a scoprire orizzonti inattesi;

▪ perseverare con pazienza e comprensione;Ma significa soprattutto accettare di formarsi. Cioè:

▪ conoscere bene i documenti della fede, la Bibbia, i libri di catechismo;

▪ riflettere sulla propria fede;▪ progredire nella cultura e nella conoscenza religiosa;

▪ diventare «professionisti» della comunicazione.

La prima formazione si fa nella pratica. È l’esperienza che porta a sentire bisogni e mancanze che spesso vengono espressi in incontri di gruppo. Vengono poi incontri di formazione specifici per catechisti in parrocchia e in diocesi.

Ma alla base di tutto c’è la volontà personale di crescere nella propria fede.

L’equipaggio

A proposito del gruppo dei catechisti, ricordiamo sempre l’antico detto: «Se ognuno di noi due ha un uovo, e ce lo scambiamo, abbiamo sempre un uovo a testa. Se ognuno di noi due ha un’idea e ce la scambiamo, abbiamo due idee a testa». Il gruppo è uno degli elementi più importanti per la buona riuscita di un’annata di catechismo. I catechisti di una stessa parrocchia devono organizzarsi per aiutarsi.

Un segreto: la biblioteca del catechista.

Sono numerosi i libri pensati per aiutare i catechisti nel loro compito. Ogni parrocchia deve possedere, nei limiti del possibile, un «angolo dei catechisti», dove essi possono trovare libri, sussidi, atlanti, diapositive, video utili per il loro compito.

Testa, cuore, mani e piedi

La catechesi si rivolge a tutto il bambino: alla sua testa, al suo cuore, alle sue mani e ai suoi piedi. Non rischiate di lasciarne qualche «pezzo» a terra.Tutti gli obiettivi che ci proponiamo devono perciò avere sempre almeno tre livelli:

□ conoscenze (la testa): sono gli obiettivi del sapere, ciò che il bambino deve comprendere e memorizzare;

□ atteggiamenti (il cuore, l’affettività): sono gli obiettivi del saper essere, i sentimenti e gli atteggiamenti profondi che il bambino deve imparare a vivere;

□ comportamenti (azioni, gesti concreti): sono gli obiettivi del saper fare, ciò che il bambino deve saper compiere.

 Da Dossier Catechista

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