TRENTADUESIMA
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 11 Novembre 2012
Colore Liturgico:VERDE
MONIZIONE AMBIENTALE
Non esistono creature insignificanti agli occhi
di Dio. La storia della salvezza passa attraverso un popolo debole, umiliato e
dimenticato come le vedove che incontreremo nella liturgia di oggi. Questa
categoria di persone, come gli orfani, i malati e i mendicanti, era emarginata
da tutto e da tutti, con Gesù diventa il simbolo del vero credente che si
affida in totalità a Dio. E’ la rappresentazione dell’autentico amore e della
donazione di se stessi. Dare ciò che si è, più che ciò che si ha. L’amore non
si misura sulle quantità economiche ma sulla qualità interiore.
MONIZIONE ALLA PRIMA
LETTURA
Perseguitato dalla regina Gezabele durante una
tremenda carestia, Elia incontra una vedova ridotta allo stremo; pur nella
miseria è pronta a sacrificare tutto per il profeta, perché riconosce in lui un
uomo di Dio.
Solo la persona veramente libera sa anteporre a
se stessa l’altro, sapendo che chi tutto dà, tutto riceve dalle mani di Dio.
MONIZIONE ALLA SECONDA
LETTURA
Nella lettera agli Ebrei Gesù viene definito
come l’autentico Sommo Sacerdote perché non offre più sacrifici di animali, ma
offre se stesso. Con il suo sangue
versato apre l’accesso a tutta l’umanità al Santuario Celeste, cioè alla
comunione vera e definitiva con Dio. Il sacerdozio comune a tutti i battezzati
implica una vita spesa per gli altri, come lo fu quella di Cristo.
MONIZIONE AL VANGELO
Entriamo nel tempio di Gerusalemme dove Gesù è
seduto ad osservare la processione di persone che depositano le loro offerte
prima di entrare nel luogo santo. Tutti sono attratti dai ricchi che gettano
molte monete per ottenere molti privilegi. Nessuno si cura di una povera vedova
che versa solo i suoi ultimi due spiccioli. Per Gesù lei diventa l’esempio del
vero cristiano perché quell’obolo agli occhi di Dio vale più di qualsiasi altra
grossa somma. In quella cifra modestissima c’è il tutto di una persona.