sabato 9 ottobre 2010

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

XXVIII DOMENICA  DEL TEMPO ORDINARIO
MONIZIONE AMBIENTALE

L’orizzonte della salvezza non conosce confini razziali, politici o sociali.

Anzi sono proprio gli ultimi, i rifiutati e gli emarginati negli schemi dei potenti che prendono il primo posto nel regno.

Sono i lebbrosi, fisici e spirituali, che si aprono più generosamente a Dio come una zolla arida alla pioggia fecondatrice.

La chiesa deve essere attenta ai poveri, ai sofferenti e ai rifiutati perché la Parola di Dio in essi non opera solo conforto, ma anche una salvezza piena.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Naamàn è guarito grazie alla fede e all’umiltà con cui ascolta l’invito del profeta a bagnarsi nel fiume Giordano. Quel bagno per lui sarà un vero e proprio battesimo che lo porterà a riconoscere il Dio di Israele come unico e vero Dio. Per parte sua Eliseo non accetta doni per sé, sa di essere solo uno strumento nelle mani della Grazia del Signore.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

La sofferenza fa parte del ministero dell’evangelizzazione, Paolo si trova in catene proprio per il Vangelo; tuttavia non si lascia deprimere.
La Parola di Dio non si può incatenare, in più l’apostolo offre il suo dolore per la redenzione di tutti i cristiani. Ancora oggi è un insegnamento per tutti noi.

MONIZIONE AL VANGELO

Dei dieci lebbrosi che incontra Gesù, nove sono guariti, uno solo è salvato.
Questo perché i primi godono del loro nuovo stato senza riconoscere il dono ricevuto; il samaritano, invece, torna indietro per ringraziare e lodare Dio, ritenendolo unico responsabile della sua guarigione

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