1-Chiesa Parrocchiale Santa Maria della Speranza-Olmo-Perugia-(Anno 2009)

VIA DON DARIO PASQUINI-OLMO-PERUGIA-SS.MESSE:GIORNI FERIALI ORE 18.00-DOMENICA ORE 9.00-11.00 -PARROCO:DON FABIO QUARESIMA-TEL.0755172106-CELL.3387622916

2-Chiesa Parrocchiale San Pietro Apostolo-Chiugiana-Perugia - (Anno-1602)

VIA FLEMING-CHIUGIANA-PERUGIA-IN QUESTO PERIODO NON CI SONO MESSE LA DOMENICA-PARROCO:DON FABIO QUARESIMA-TEL.0755172106-CELL.3387622916

3-Chiesa Parrocchiale di San Martino-Fontana-Perugia - (Anno-1163)

STRADA FONTANA-LA TRINITA'-CORCIANO-PG-Non Viene Celebrata la S.Messa-PARROCO:DON FABIO QUARESIMA-TEL.0755172106-CELL.3387622916

4-Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista-Olmo-Perugia-(Anno-)

Non Viene Celebrata la S.Messa- PARROCO:DON FABIO QUARESIMA-TEL.0755172106-CELL.3387622916

5-Chiesetta della Trinità-Colle della Trinità-Perugia-(Anno-1300)

VIA DELLE ROSE-LOC.FONTANA-CORCIANO-PG-Non Viene Celebrata la S.Messa-PARROCO:DON FABIO QUARESIMA-TEL.0755172106-CELL.3387622916

sabato 31 dicembre 2011

Messa di Ringraziamento

Domani alle ore 17.00, nella Chiesa di Santa Maria della Speranza-Olmo-Perugia e alle 18.15 alla Parrocchia di San Pietro apostolo in Chiugiana si terrà la tradizionale Santa Messa di fine anno. Sarà presieduta dal Parroco Mons. Fabio Quaresima. La Schola Cantorum della comunità interparrocchiale di "Chiugiana-Ellera-Olmo-Fontana"  animerà il canto. 
Al termine della celebrazione eucaristica i fedeli intoneranno l'antico canto di ringraziamento: “Te Deum”.
Domenica invece, primo giorno del nuovo anno e solennità di Maria madre di Dio, nella Chiesa di Santa Maria della Speranza si terrà  alle 8.30 e alle 11.00 la  S.Messa con la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace. Anche in questo caso a presiedere sarà mons. Fabio Quaresima. La Schola Cantorum animerà la Santa Messa delle 11.00.




Se guardiamo indietro, un anno è passato, 365 giorni pieni di cose che abbiamo visto, di persone che abbiamo incontrato, di esperienze che abbiamo fatto. Sono stati tutti frutti di doni che Dio ha voluto fare ad ognuno di noi. Ogni cosa bella o brutta, ogni persona buona o cattiva, ogni esperienza felice o dolorosa, se le abbiamo vissute e guardate con la mente e gli occhi di Dio, avremo capito che facevano parte del grande progetto di salvezza che il Signore conserva per tutti noi. Siamo qui questa sera per portarle tutte ai suoi piedi, per metterle tutte nelle sue mani insieme alla nostra stessa vita. Le affidiamo a Lui, quasi restituendogli i suoi stessi doni, arricchiti della nostra umanità, sapendo bene che solo Lui ne potrà fare cose grandi.
Lasciandoci guidare dal Coelet che scrive: “C’è un tempo per ridere e un tempo per piangere, c’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere, c’è un tempo per vivere e un tempo per morire…”vogliamo ringraziare il nostro Dio perché ci ha voluto dare ancora UN TEMPO, e se sarà stato il tempo per conoscerlo, lodarlo, amarlo di più e meglio, sarà stato un buon tempo, un anno buono.

venerdì 30 dicembre 2011

SACRA FAMIGLIA

giovedì 29 dicembre 2011

Festa della Famiglia 2011

domenica 25 dicembre 2011

QUARANTORE DI ADORAZIONE


LUNEDI 26 DICEMBRE 2011
FESTIVITA' DI SANTO STEFANO MARTIRE
SANTE QUARANTORE DI ADORAZIONE
Località: FONTANA (Perugia)

ore 9.00 a Fontana S.Messa con Esposizione del SS.Sacramento
ore 16.00 a Fontana S.Rosario e Vespri
ore 17.00 a Fontana S.Messa di Chiusura
Le Quarantore sono un tempo di grazia che ci offre l’opportunità di raccoglierci davanti al Signore Gesù per essere più consapevolmente partecipi del mistero di Salvezza che Egli ha affidato alla Chiesa tutta.
Ringraziamo pertanto il Signore per il dono che riversa in noi con la Sua Presenza Eucaristica e ringraziamo anche per la speciale Comunione che, noi, Parrocchie di Racalmuto possiamo vivere attraverso questo momento di Adorazione e di Contemplazione del Mistero d’Amore racchiuso nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.

sabato 24 dicembre 2011

NATALE DI SOLIDARIETA’:


 "Aggiungi un posto a tavola"
In occasione delle feste di Natale si propone un segno particolare e significativo: accogliere un ospite a casa nostra.
Pensa a qualche persona sola. Potresti invitarla per essere tuo commensale in occasione del Natale

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini



NATALE DEL SIGNORE
 Messa dell’aurora
 S. Maria della Speranza-ore 8,30






MONIZIONE AMBIENTALE

Natale è il Figlio di Dio che si fa uno di noi per essere la luce che sconfigge le tenebre della notte del peccato e della morte; il Natale che oggi celebriamo viene a renderci sicuri che dentro la nostra storia c’è Dio, con il Suo amore che salva, con la Sua vita che vince la morte, con la Sua presenza che illumina e da senso ad ogni avvenimento della nostra esistenza.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il profeta Isaia trasmette il messaggio del Signore alla figlia di Sion, cioè a Gerusalemme, e a tutto il popolo di oggi. Dio si è fatto uomo, ci ha uniti a se e ci ha liberati dal peccato e dalla morte. Nessun uomo è più abbandonato a se stesso.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

S.Paolo ci insegna che è solo per la bontà di Dio che siamo salvati in Gesù Cristo. È Lui che ci regala la salvezza e la vita eterna facendoci figli di Dio e donandoci la Sua stessa vita.

MONIZIONE AL VANGELO

Mentre adoriamo con Maria il mistero del Verbo incarnato, e pieni di stupore come lei lodiamo Dio, ritroviamo in questo Natale la voglia di contemplazione e di preghiera, guardiamo ai pastori che sono un modello, loro ci insegnano come vivere il Natale, come accogliere Cristo nella nostra vita e come testimoniarlo.

martedì 20 dicembre 2011

VERSO BETLEMME

domenica 18 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini








QUARTA DOMENICA DI AVVENTO
              18 Dicembre 2011


MONIZIONE AMBIENTALE
Onoriamo in questa celebrazione la Vergine obbediente all’annuncio dell’angelo e adoriamo Cristo, il Figlio di Dio incarnato nel suo grembo. Prepariamo il presepe nei nostri cuori perché Gesù è lì che vuole abitare. Dall’inizio dei tempi il Signore ci ha fatto capire che non è nelle case di pietra che vuole vivere, ma che vuole nascere e rimanere nelle pietre vive che sono le sue creature. Imitiamo l’obbedienza di Maria, il suo SI responsabile e generoso e permettiamo così al Verbo di Dio di crescere dentro di noi con la nostra obbedienza alla volontà del Padre sulla nostra vita.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA
Davide vuole costruire un tempio, una casa al Signore. Ma Dio fa sapere a Davide, per mezzo del profeta Natan che sarà Lui stesso, il Signore, a costruire una casa a Davide cioè a dargli un casato e una discendenza sicura e grande. Tutto questo viene detto come giocando sulla stessa parola ebraica che significa sia la casa materiale che la discendenza. Dalla discendenza di Davide infatti nascerà il Messia e da Lui il popolo di Dio.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA
San Paolo ci ricorda qual è il grande mistero, cioè il grande progetto di salvezza che Dio ha fatto per gli uomini: salvarli mediante Gesù Cristo fatto uomo; per accogliere questa salvezza occorre l’obbedienza della fede, cioè fidarsi pienamente di Dio e affidare a Gesù Cristo la nostra vita.

MONIZIONE AL VANGELO
L’Evangelista Luca oggi ci presenta Maria, la serva fedele e vigilante, colei che ha talmente accolto la Parola di Dio nel suo cuore da diventare madre del Verbo di Dio fatto carne. Ella ha saputo riconoscere così bene la visita del Signore nella sua vita che ha avuto la gioia di portare nel suo grembo il Salvatore e di donarlo al mondo.

domenica 11 dicembre 2011

LA DIOCESI PERUGINA INFORMA

sabato 10 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini



TERZA DOMENICA DI AVVENTO ANNO B
                  11 Dicembre 2011


MONIZIONE AMBIENTALE
Nella liturgia di oggi risuonano quattro voci, quella del profeta Isaia, quella del Battista, quella di Cristo e infine quella dell’apostolo Paolo; pur nella diversità dei loro toni e dei loro timbri, si riconoscono in un solo annuncio, il Regno di Dio. Il Natale incarna nell’uomo queste voci, ci riporta a costruire quel Regno che è già qui sulla terra e nello stesso tempo è anticipazione e prefigurazione dell’eternità.
MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA
Isaia annuncia un nuovo tempo di misericordia del Signore, un tempo di liberazione, di consolazione e di pace per tutta la comunità di Israele. Un tempo in cui il rapporto tra Dio e l’uomo si trasforma e torna ad essere un’alleanza d’amore.
MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA
L’apostolo Paolo invita la comunità cristiana di Tessalonica e tutti noi ad un impegno morale ben preciso: la vita di ogni credente sia fondata sulla preghiera, sull’attività profetica ed esslesiale, sull’astinenza dal male, sulla santità, sulla purezza e sulla gioia.
MONIZIONE AL VANGELO
Oggi incontriamo il Battista come un testimone che depone a nome di un altro molto più grande di lui, di colui che al centro di un grande processo rivoluzionerà la storia. Giovanni è la voce che ha il compito di illustrare all’umanità la via definitiva, la persona risolutiva, la luce perfetta, il Signore che fa irruzione nell’umanità, Cristo Gesù figlio di Dio.

giovedì 8 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini











FESTIVITA
DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE



MONIZIONE AMBIENTALE


Maria è redenta da Cristo in virtù della Grazia fin dal suo concepimento.
l sacrificio della croce agisce in lei come dono sovrabbondante e singolare.
L’immacolata concezione proclama la bontà di Dio che precede ogni merito.
La madre di Cristo risponde a tutto questo con una vita totalmente aperta ad accogliere il disegno che il Signore ha voluto per lei.
La sua maternità è il compimento di quel progetto. Pur vivendo una condizione speciale, Maria è e rimane una creatura come tutti noi.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Dall’inimicizia che Dio mette tra il serpente e la donna sorge la salvezza per l’umanità, essa si compirà quando il figlio della donna, Gesù, nella sua Pasqua vincerà definitivamente il peccato.


MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Fin dall’eternità Dio ci ha voluti suoi figli, a immagine e per opera del Figlio suo Gesù Cristo. Non è nostro merito, ma una pura grazia che progetta l’uomo per l’intimità con Dio. Questo in Maria avviene in modo del tutto speciale.

 MONIZIONE AL VANGELO

Da sempre Maria è stata immensamente amata da Dio, per questo è piena di Grazia. All’annunzio dell’angelo non si ritrae, non diffida, ascolta il piano divino e si affida alla sua potenza e alla forza del suo Spirito. Questo è il significato dell’Immacolata Concezione.

domenica 4 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini












SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

MOMIZIONE AMBIENTALE

Nella seconda tappa del nostro cammino di speranza incontro al Signore che viene prepariamogli la strada, apriamogli il cuore e la vita, rendiamoci disponibili all’ascolto della Parola come le folle che accorrevano da Giovanni sulle rive del Giordano. Riconosciamo anche noi che solo Gesù è il Cristo, che solo Lui può darci una vita nuova e una speranza certa. Il Signore viene ora, nel nostro tempo come un pastore pieno di bontà e di misericordia per parlare al nostro cuore e per dare consolazione alla nostra vita. Un giorno lui tornerà nella gloria per stabilire definitivamente il suo Regno di giustizia.



MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA



Il Profeta Isaia annuncia la gioia della liberazione dalla schiavitù. Anche a noi che viviamo nell’esilio del peccato e delle nostre amarezze e delusioni viene annunciato che  è finita la schiavitù e che Dio viene a salvarci. Questa buona notizia è riservata a chi ascolta la Parola del Signore e gli prepara con la conversione la strada del cuore.



MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA



Dio ha promesso cieli nuovi e terra nuova; noi spesso siamo impazienti e vorremmo che questo si realizzasse subito e che il mondo e la società fossero subito diversi da come in realtà sono. Non dobbiamo cedere allo scoraggiamento perché anche se l’attesa è lunga Dio mantiene le sue promesse e con la sua pazienza vuol dare a tutti il tempo per rinnovarsi.



MONIZIONE AL VANGELO



Giovanni Battista, il cugino di Gesù, quello che lo conosce da prima della sua nascita, è lui che nel tempo stabilito da Dio lo annuncia a tutte le genti. È lui il messaggero, è lui che senza timore, pieno di coraggio, di forza, di pazienza grida nel deserto di ogni coscienza di convertire il cuore verso Gesù che vuole incontrarci, nascere, prendere vita dentro ognuno di noi.

giovedì 1 dicembre 2011

IL PRESEPE IN FAMIGLIA




Natale 2011









     

   
  In tante famiglie, seguendo una bella e consolidata
tradizione, subito dopo la festa dell’Immacolata si inizia ad
allestire il Presepe, quasi per rivivere insieme a Maria quei
giorni pieni di trepidazione che precedettero la nascita di
Gesù. Costruire il Presepe in casa può rivelarsi un modo
semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla
ai propri figli. Il Presepe ci aiuta a contemplare il mistero
dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità
della grotta di Betlemme. San Francesco d’Assisi fu
così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo
a Greccio nel Presepe vivente, divenendo in tal modo iniziatore
di una lunga tradizione popolare che ancor oggi conserva
il suo valore per l’evangelizzazione. Il Presepe può infatti
aiutarci a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell’umiltà
e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale "da
ricco che era, si è fatto povero" (2 Cor 8,9) per noi. La sua
povertà arricchisce chi l’abbraccia e il Natale reca gioia e
pace a coloro che, come i pastori a Betlemme, accolgono le
parole dell’angelo: "Questo per voi il segno: un bambino
avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12).
Questo rimane il segno, anche per noi, uomini e donne del
Duemila. Non c’è altro Natale.

BENEDETTO XVI



  

martedì 29 novembre 2011

LA DIOCESI PERUGINA INFORMA

domenica 27 novembre 2011

Prima Domenica di Avvento (Anno B)

LA LITURGIA DEL GIORNO
       27 Novembre 1011

               I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)






































Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso A te, Signore, elevo l’anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso. (Sal 25,1-3)

Non si dice il Gloria.
Colletta
O Dio, nostro Padre,
suscita in noi la volontà di andare incontro
con le buone opere al tuo Cristo che viene,
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria
a possedere il regno dei cieli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


PRIMA LETTURA (Is 63,16-17.19; 64,2-7) Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Dal libro del profeta Isaìa

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79) Rit: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,3-9)
Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Sal 84,8) Alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia.

VANGELO (Mc 13,33-37) Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Ci facciamo voce di tutta la creazione, che attende con impazienza la venuta del Signore, e imploriamo con insistenza la sua misericordia.
Lo invochiamo dicendo: Vieni, Signore Gesù.

1. Per la santa Chiesa di Dio, perché riconosca sempre la visita del Signore e sia memoria vivente del suo amore, preghiamo.
2. Per gli uomini del nostro tempo, perché sappiano vivere con sapienza il presente, prestando attenzione al passaggio di Dio nella nostra vita, preghiamo.
3. Per coloro che sono ciechi di fronte ai dolori delle persone che vivono accanto a loro, perché sappiano ritrovare speranza e pienezza di vita nell'amore e nella solidarietà, preghiamo.
4. Per gli oppressi, i perseguitati, per coloro che non hanno patria, perché trovino nei credenti dei difensori della dignità e della libertà dell'uomo, preghiamo.
5. Per la nostra comunità, perché il Signore ci trovi vigilanti nell'attesa, in una concreta testimonianza di fiducia nelle persone e di fedeltà ai nostri impegni, preghiamo.

O Dio, nostro Padre e redentore, che hai cura di tutti i tuoi figli, esaudisci le nostre preghiere. Concedi che il corso degli eventi nel mondo sia guidato nella pace, secondo la tua volontà, e che la Chiesa conosca la gioia di servirti con serenità e vigilanza. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino,
dono della tua benevolenza,
e fa’ che l’umile espressione della nostra fede
sia per noi pegno di salvezza eterna.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELL’AVVENTO I La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Al suo primo avvento
nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.
E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo...


Antifona di comunione

Il Signore elargirà il suo bene
e la nostra terra produrrà il suo frutto. (Sal 85,13)

Preghiera dopo la comunione

La partecipazione a questo sacramento,
che a noi pellegrini sulla terra
rivela il senso cristiano della vita,
ci sostenga, Signore, nel nostro cammino
e ci guidi ai beni eterni.
Cristo nostro Signore

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini












PRIMA DOMENICA DI AVVENTO-
           27 NOVEMBRE 2011-



MONIZIONE AMBIENTALE-

Il Signore ci dona la grazia di iniziare un nuovo anno liturgico durante il quale sperimenteremo ancora una volta l’amore fedele di Dio dal quale siamo stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo. È l’Avvento che ci introduce nel nuovo anno e ci prepara a fare memoria della prima venuta del Signore nell’umiltà del Natale, tra le braccia di Maria, la più semplice e la più straordinaria della creature umane. Celebreremo durante l’anno, attraverso la liturgia della Chiesa, i misteri della vita del Signore e cresceremo così nel nostro essere popolo di Dio, corpo di Cristo, e tempio dello Spirito Santo.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il profeta Isaia ci racconta le attese di liberazione del popolo d’Israele che vive in terra di esilio. Dal nostro esilio anche noi in questo tempo di avvento gridiamo al Signore di compiere il miracolo della liberazione, di ridare speranza agli sfiduciati: l’uomo vive della speranza. È questa la ragione della bellissima e struggente invocazione “se tu squarciassi i cieli e scendessi”, che ogni giorno ripetiamo al nostro Dio.

 MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

L’apostolo Paolo ci ricorda che la salvezza non è una nostra conquista, ma è un dono del Padre che, per mezzo di Gesù Cristo, ha realizzato le sue promesse nei confronti dell’umanità. La vita nuova che abbiamo ricevuto esige però la nostra risposta vigilante e generosa, perché al suo ritorno, il Signore ci trovi in comunione con Lui e con i fratelli.

 MONIZIONE AL VANGELO

La storia sembra smentire continuamente la paternità di Dio e la sua fedeltà all’uomo; ecco perché è indispensabile “vegliare”, per riconoscere i segni della continua venuta del Signore. L’avvento torna a suonare la sveglia della vigilanza, perché si riaccenda il coraggio della speranza, anche davanti al rischio di lasciarci addormentare e alienare dalle tenebre del male e dal silenzio di Dio; vuole confermarci nella certezza che Dio è con noi nella nostra storia.

venerdì 18 novembre 2011

NOTIZIE DALLA DIOCESI PERUGINA

NOTIZIE DALLA CHIESA-NATALE 2011

mercoledì 16 novembre 2011

LA DIOCESI DI PERUGIA-CITTA' DELLA PIEVE DAL PAPA

PERUGIA: 4 MILA PELLEGRINI AD PETRI SEDEM E ALL’UDIENZA DEL PAPA GUIDATI DALL’ARCIVESCOVO MONS. BASSETTI. DIVERSI I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITIZIONI CIVILI ED ACCADEMICHE E DEL MONDO DEL LAVORO.


L’UDIENZA GENERALE, 16.11.2011


L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza S. Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo e dall’Italia. La Diocesi di Perugia era presente con  circa 4000 Pellegrini accompagnati dall’Arcivescovo Gualtiero Bassetti e dal Vescovo Giuseppe Chiaretti.
Nel discorso in lingua italiana, concludendo il ciclo di catechesi dedicato alla preghiera nel Libro dei Salmi, il Papa ha incentrato la sua meditazione sul Salmo 110 (109), sul Re Messia.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica
.




CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Salmo 109


Cari fratelli e sorelle,
vorrei oggi terminare le mie catechesi sulla preghiera del Salterio meditando uno dei più famosi "Salmi regali", un Salmo che Gesù stesso ha citato e che gli autori del Nuovo Testamento hanno ampiamente ripreso e letto in riferimento al Messia, a Cristo. Si tratta del Salmo 110 secondo la tradizione ebraica, 109 secondo quella greco-latina; un Salmo molto amato dalla Chiesa antica e dai credenti di ogni tempo. Questa preghiera era forse inizialmente collegata all’intronizzazione di un re davidico; tuttavia il suo senso va oltre la specifica contingenza del fatto storico aprendosi a dimensioni più ampie e diventando così celebrazione del Messia vittorioso, glorificato alla destra di Dio.

Il Salmo inizia con una dichiarazione solenne:
Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi» (v. 1)
.
Dio stesso intronizza il re nella gloria, facendolo sedere alla sua destra, un segno di grandissimo onore e di assoluto privilegio. Il re è ammesso in tal modo a partecipare alla signoria divina, di cui è mediatore presso il popolo. Tale signoria del re si concretizza anche nella vittoria sugli avversari, che vengono posti ai suoi piedi da Dio stesso; la vittoria sui nemici è del Signore, ma il re ne è fatto partecipe e il suo trionfo diventa testimonianza e segno del potere divino.
La glorificazione regale espressa in questo inizio del Salmo è stata assunta dal Nuovo Testamento come profezia messianica; perciò il versetto è tra i più usati dagli autori neotestamentari, o come citazione esplicita o come allusione. Gesù stesso ha menzionato questo versetto a proposito del Messia per mostrare che il Messia è più che Davide, è il Signore di Davide (cfr Mt 22,41-45; Mc 12,35-37; Lc 20,41-44). E Pietro lo riprende nel suo discorso a Pentecoste, annunciando che nella risurrezione di Cristo si realizza questa intronizzazione del re e che da adesso Cristo sta alla destra del Padre, partecipa alla Signoria di Dio sul mondo (cfr Atti 2,29-35). È il Cristo, infatti, il Signore intronizzato, il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio che viene sulle nubi del cielo, come Gesù stesso si definisce durante il processo davanti al Sinedrio (cfr Mt 26,63-64; Mc 14,61-62; cfr anche Lc 22,66-69). È Lui il vero re che con la risurrezione è entrato nella gloria alla destra del Padre (cfr Rom 8,34; Ef 2,5; Col 3,1; Ebr 8,1; 12,2), fatto superiore agli angeli, seduto nei cieli al di sopra di ogni potenza e con ogni avversario ai suoi piedi, fino a che l’ultima nemica, la morte, sia da Lui definitivamente sconfitta (cfr 1 Cor 15,24-26; Ef 1,20-23; Ebr 1,3-4.13; 2,5-8; 10,12-13; 1 Pt 3,22). E si capisce subito che questo re che è alla destra di Dio e partecipa della sua Signoria, non è uno di questi uomini successori di Davide, ma solo il nuovo Davide, il Figlio di Dio che ha vinto la morte e partecipa realmente alla gloria di Dio. È il nostre re, che ci dà anche la vita eterna.
Tra il re celebrato dal nostro Salmo e Dio esiste quindi una relazione inscindibile; i due governano insieme un unico governo, al punto che il Salmista può affermare che è Dio stesso a stendere lo scettro del sovrano dandogli il compito di dominare sui suoi avversari, come recita il versetto 2:
Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!
L’esercizio del potere è un incarico che il re riceve direttamente dal Signore, una responsabilità che deve vivere nella dipendenza e nell’obbedienza, diventando così segno, all’interno del popolo, della presenza potente e provvidente di Dio. Il dominio sui nemici, la gloria e la vittoria sono doni ricevuti, che fanno del sovrano un mediatore del trionfo divino sul male. Egli domina sui nemici trasformandoli, li vince con il suo amore.
Perciò, nel versetto seguente, si celebra la grandezza del re. Il versetto 3, in realtà, presenta alcune difficoltà di interpretazione. Nel testo originale ebraico si fa riferimento alla convocazione dell’esercito a cui il popolo risponde generosamente stringendosi attorno al suo sovrano nel giorno della sua incoronazione. La traduzione greca dei LXX, che risale al III-II secolo prima di Cristo, fa riferimento invece alla filiazione divina del re, alla sua nascita o generazione da parte del Signore, ed è questa la scelta interpretativa di tutta la tradizione della Chiesa, per cui il versetto suona nel modo seguente:
A te il principato nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato.

Questo oracolo divino sul re affermerebbe dunque una generazione divina soffusa di splendore e di mistero, un’origine segreta e imperscrutabile, legata alla bellezza arcana dell’aurora e alla meraviglia della rugiada che nella luce del primo mattino brilla sui campi e li rende fecondi. Si delinea così, indissolubilmente legata alla realtà celeste, la figura del re che viene realmente da Dio, del Messia che porta al popolo la vita divina ed è mediatore di santità e di salvezza. Anche qui vediamo che tutto questo non è realizzato dalla figura di un re davidico, ma dal Signore Gesù Cristo, che realmente viene da Dio; Egli è la luce che porta la vita divina al mondo.
Con questa immagine suggestiva ed enigmatica termina la prima strofa del Salmo, a cui fa seguito un altro oracolo, che apre una nuova prospettiva, nella linea di una dimensione sacerdotale connessa alla regalità. Recita il versetto 4:
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek».

Melchìsedek era il sacerdote re di Salem che aveva benedetto Abramo e offerto pane e vino dopo la vittoriosa campagna militare condotta dal patriarca per salvare il nipote Lot dalle mani dei nemici che lo avevano catturato (cfr Gen 14). Nella figura di Melchìsedek, potere regale e sacerdotale convergono e ora vengono proclamati dal Signore in una dichiarazione che promette eternità: il re celebrato dal Salmo sarà sacerdote per sempre, mediatore della presenza divina in mezzo al suo popolo, tramite della benedizione che viene da Dio e che nell’azione liturgica si incontra con la risposta benedicente dell’uomo.
La Lettera agli Ebrei fa esplicito riferimento a questo versetto (cfr. 5,5-6.10; 6,19-20) e su di esso incentra tutto il capitolo 7, elaborando la sua riflessione sul sacerdozio di Cristo. Gesù, così ci dice la Lettera agli Ebrei nella luce del salmo 110 (109), Gesù è il vero e definitivo sacerdote, che porta a compimento i tratti del sacerdozio di Melchìsedek rendendoli perfetti.
Melchìsedek, come dice la Lettera agli Ebrei, era «senza padre, senza madre, senza genealogia» (7,3a), sacerdote dunque non secondo le regole dinastiche del sacerdozio levitico. Egli perciò «rimane sacerdote per sempre» (7,3c), prefigurazione di Cristo, sommo sacerdote perfetto che «non è diventato tale secondo una legge prescritta dagli uomini, ma per la potenza di una vita indistruttibile» (7,16). Nel Signore Gesù risorto e asceso al cielo, dove siede alla destra del Padre, si attua la profezia del nostro Salmo e il sacerdozio di Melchìsedek è portato a compimento, perché reso assoluto ed eterno, divenuto una realtà che non conosce tramonto (cfr 7,24). E l’offerta del pane e del vino, compiuta da Melchìsedek ai tempi di Abramo, trova il suo adempimento nel gesto eucaristico di Gesù, che nel pane e nel vino offre se stesso e, vinta la morte, porta alla vita tutti i credenti. Sacerdote perenne, «santo, innocente, senza macchia» (7,26), egli, come ancora dice la Lettera agli Ebrei, «può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio; egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore» (7,25).
Dopo questo oracolo divino del versetto 4, col suo solenne giuramento, la scena del Salmo cambia e il poeta, rivolgendosi direttamente al re, proclama: «Il Signore è alla tua destra!» (v. 5a). Se nel versetto 1 era il re a sedersi alla destra di Dio in segno di sommo prestigio e di onore, ora è il Signore a collocarsi alla destra del sovrano per proteggerlo con lo scudo nella battaglia e salvarlo da ogni pericolo. Il re è al sicuro, Dio è il suo difensore e insieme combattono e vincono ogni male.
Si aprono così i versetti finali del Salmo con la visione del sovrano trionfante che, appoggiato dal Signore, avendo ricevuto da Lui potere e gloria (cfr v. 2), si oppone ai nemici sbaragliando gli avversari e giudicando le nazioni. La scena è dipinta con tinte forti, a significare la drammaticità del combattimento e la pienezza della vittoria regale.
Il sovrano, protetto dal Signore, abbatte ogni ostacolo e procede sicuro verso la vittoria. Ci dice: sì, nel mondo c'è tanto male, c'è una battaglia permanente tra il bene e il male, e sembra che il male sia più forte. No, più forte è il Signore, il nostro vero re e sacerdote Cristo, perché combatte con tutta la forza di Dio e, nonostante tutte le cose che ci fanno dubitare sull'esito positivo della storia, vince Cristo e vince il bene, vince l'amore e non l'odio.
È qui che si inserisce la suggestiva immagine con cui si conclude il nostro Salmo, che è anche una parola enigmatica.
lungo il cammino si disseta al torrente,
perciò solleva alta la testa
(v. 7).
Nel mezzo della descrizione della battaglia, si staglia la figura del re che, in un momento di tregua e di riposo, si disseta ad un torrente d’acqua, trovando in esso ristoro e nuovo vigore, così da poter riprendere il suo cammino trionfante, a testa alta, in segno di definitiva vittoria. E' ovvio che questa parola molto enigmatica era una sfida per i Padri della Chiesa per le diverse interpretazioni che si potevano dare. Così, per esempio, sant'Agostino dice: questo torrente è l'essere umano, l'umanità, e Cristo ha bevuto da questo torrente facendosi uomo, e così, entrando nell'umanità dell'essere umano, ha sollevato il suo capo e adesso è il capo del Corpo mistico, è il nostro capo, è il vincitore definitivo (cfr Enarratio in Psalmum CIX, 20: PL 36, 1462).
Cari amici, seguendo la linea interpretativa del Nuovo Testamento, la tradizione della Chiesa ha tenuto in grande considerazione questo Salmo come uno dei più significativi testi messianici. E, in modo eminente, i Padri vi hanno fatto continuo riferimento in chiave cristologica: il re cantato dal Salmista è, in definitiva, Cristo, il Messia che instaura il Regno di Dio e vince le potenze del mondo, è il Verbo generato dal Padre prima di ogni creatura, prima dell'aurora, il Figlio incarnato morto e risorto e assiso nei cieli, il sacerdote eterno che, nel mistero del pane e del vino, dona la remissione dei peccati e la riconciliazione con Dio, il re che solleva la testa trionfando sulla morte con la sua risurrezione.
Basterebbe ricordare un passo ancora una volta del commento di sant’Agostino a questo Salmo dove scrive: «Era necessario conoscere l’unico Figlio di Dio, che stava per venire tra gli uomini, per assumere l’uomo e per divenire uomo attraverso la natura assunta: egli è morto, risorto, asceso al cielo, si è assiso alla destra del Padre ed ha adempiuto tra le genti quanto aveva promesso … Tutto questo, dunque, doveva essere profetizzato, doveva essere preannunciato, doveva essere segnalato come destinato a venire, perché, sopravvenendo improvviso, non facesse spavento, ma fosse preannunciato, piuttosto accettato con fede, gioia ed atteso. Nell’ambito di queste promesse rientra codesto Salmo, il quale profetizza, in termini tanto sicuri ed espliciti, il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che noi non possiamo minimamente dubitare che in esso sia realmente annunciato il Cristo» (cfr Enarratio in Psalmum CIX, 3: PL 36, 1447)
L’evento pasquale di Cristo diventa così la realtà a cui ci invita a guardare il Salmo, guardare a Cristo per comprendere il senso della vera regalità, da vivere nel servizio e nel dono di sé, in un cammino di obbedienza e di amore portato "fino alla fine" (cfr. Gv 13,1 e 19,30). Pregando con questo Salmo, chiediamo dunque al Signore di poter procedere anche noi sulle sue vie, nella sequela di Cristo, il re Messia, disposti a salire con Lui sul monte della croce per giungere con Lui nella gloria, e contemplarlo assiso alla destra del Padre, re vittorioso e sacerdote misericordioso che dona perdono e salvezza a tutti gli uomini. E anche noi, resi, per grazia di Dio, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa» (cfr 1 Pt 2,9), potremo attingere con gioia alle sorgenti della salvezza (cfr Is 12,3) e proclamare a tutto il mondo le meraviglie di Colui che ci ha «chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (cfr 1 Pt 2,9).
Cari amici, in queste ultime Catechesi ho voluto presentarvi alcuni Salmi, preziose preghiere che troviamo nella Bibbia e che riflettono le varie situazioni della vita e i vari stati d’animo che possiamo avere verso Dio. Vorrei allora rinnovare a tutti l’invito a pregare con i Salmi, magari abituandosi a utilizzare la Liturgia delle Ore della Chiesa, le Lodi al mattino, i Vespri alla sera, la Compieta prima di addormentarsi. Il nostro rapporto con Dio non potrà che essere arricchito nel quotidiano cammino verso di Lui e realizzato con maggior gioia e fiducia.
Grazie.




   

 © Bollettino Santa Sede - 16 novembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

SEDICESIMA DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO-









MONIZIONE AMBIENTALE-

Bene e male costituiscono l’impasto della storia, bisogna condividere la misericordia di Dio che non conosce l’intransigenza, il radicalismo, l’integralismo, ma che attende con pazienza lo sviluppo verso il bene della storia. Purtroppo spesso i credenti sono travolti da un’ansia apocalittica, sono giudici implacabili, pronti persino a invocare la pena di morte o comunque le peggiori punizioni. E se Dio ci prendesse in parola? Se si comportasse in questo modo anche con noi ogni volta che ci allontaniamo da lui? Invece , per fortuna , ci da il tempo di una vita per poterci convertire.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il libro della sapienza ci tratteggia il profilo di Dio, è Lui la Sapienza, è Lui la Mitezza, è Lui la Misericordia, è Lui la Pazienza , è Lui l’Amore; è Lui il padrone della forza che giudica con mitezza. La sua forza la esercita sulle creature con l’amore. Ci insegna che se vogliamo essere giusti dobbiamo amare gli uomini.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Continua la lettura del c. 8 della lettera ai Romani, questi versetti Paolo li dedica tutti allo Spirito Santo, è lui che per sua missione vuole condurre tutti i credenti al Padre. La sua supplica è perfetta e gradita a Dio, senza la forza dello Spirito non sapremmo neppure cosa sia conveniente domandare. Paolo invita tutti noi ad affidarci allo Spirito Santo e ad invocarlo per ogni necessità.

MONIZIONE AL VANGELO

Le tre parabole che incontriamo oggi hanno al centro il Regno dei cieli e la pazienza di Dio. Il seminatore lascia crescere il suo grano insieme alla zizzania sapendo che alla mietitura della storia comunque prevarrà il bene sul male. Il piccolo seme d’amore che Dio ha messo nel nostro cuore, se ne abbiamo cura e se lo coltiviamo con pazienza e perseveranza , è come il granello di senape che pur piccolissimo diventa un albero. Come una minima quantità di lievito moltiplica in maniera esponenziale il volume della farina in cui è mescolato, così se rendiamo forte la nostra fede ci rende capaci di modificare in bene gli ambienti che frequentiamo.

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini






















FESTA DI TUTTI I SANTI
1 Novembre 2011

 MONIZIONE AMBIENTALE

San Basilio scriveva che l’uomo, ogni uomo, è una creatura che ha ricevuto l’ordine di diventare santo. La liturgia di oggi ci rivela il progetto che Dio ha per tutti noi che è quello di raggiungere e far parte della divinità stessa, ci rivela anche lo strumento che il Signore ci dona per  poterlo conseguire che è il farci suoi figli, e infine ci rivela quale deve essere il nostro contributo per la sua realizzazione che è quello di vivere secondo lo spirito delle Beatitudini. Aderendo a questo progetto capiremo che i Santi non sono l’eccezione, ma la norma dell’esistenza cristiana.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

 Il punto terminale e riassuntivo verso cui si muove l’umanità intera è Gesù Cristo che verrà raggiunto quando si comporrà nell’unità e nella pace tutto l’intero popolo di Dio. Il Sigillo che immette nella sfera divina è il Battesimo che, rendendoci figli ci dona quel germe di eternità indispensabile per entrare a far parte di quella liturgia perenne descritta nel libro dell’Apocalisse.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

L’apostolo Giovanni descrive la radice della santità cristiana, essa nasce dall’amore divino che trasforma ogni creatura. L’uomo divenuto figlio di Dio può essere la sua icona luminosa, il suo amore ci rende simili a lui e quindi santi.

 MONIZIONE AL VANGELO

Il ritratto ideale del santo è tutto all’interno delle Beatitudini. Esse non sono un complesso di norme e nemmeno un’elencazione di doveri cristiani. In quel discorso Gesù ci propone degli atteggiamenti di vita che sono di generosità e di donazione senza riserve. Il santo non è colui che ha raggiunto una tappa, ma colui che si supera continuamente in amore verso gli altri.     

martedì 15 novembre 2011

LA DIOCESI PERUGINA INFORMA

domenica 13 novembre 2011

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO-
DEL 13  NOVEMBRE 2011-




Grado della Celebrazione: DOMENICA-
Colore liturgico: Verde -

Antifona d'ingresso
Dice il Signore:
“Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi”.(Ger 29,11.12.14)

Colletta
Il tuo aiuto, Signore,
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,
possiamo avere felicità piena e duratura.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 
PRIMA LETTURA (Pr 31,10-13.19-20.30-31)
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.
Dal libro dei Proverbi
Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA (1Ts 5,1-6)
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 15,4.5)
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.

VANGELO (Mt 25,14-30)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli
Consapevoli della fiducia che il Signore ha riposto in noi, ma anche della nostra fragilità e dell’incapacità a far fruttificare i doni che ci ha affidato, chiediamogli di aiutarci ad essere come lui ci vuole.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore

1. Perché la Chiesa ami ogni uomo con il cuore di Cristo e annunci il Vangelo sino ai confini del mondo. Preghiamo.

2. Perché chi è impegnato nelle strutture politiche e sociali si apra al contributo di tutti, collaborando con gli uomini di buona volontà per il bene comune. Preghiamo.

3. Perché coloro che hanno udito la chiamata del Signore la accolgano e la custodiscano nel cuore, per donarsi agli uomini secondo i disegni di Dio. Preghiamo.

4. Per i giovani che sprecano i loro talenti nell’edonismo e nel disimpegno, perché il Signore li renda consapevoli del fatto che la loro esistenza è preziosa ed è un dono da far fruttificare. Preghiamo.

5. Perché nella nostra comunità vengano valorizzati i doni di tutti i suoi membri e si viva nella gioia della comunione fraterna. Preghiamo.

Ascolta le nostre preghiere, o Padre, e sostienici con il tuo aiuto, perché ogni nostra azione abbia in te il suo inizio e in te il suo compimento. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Quest’offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente,
ci ottenga la grazia di servirti fedelmente
e ci prepari il frutto di un’eternità beata.
Per Cristo nostro Signore.

 Antifona di comunione
Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza. (Sal 73,28)  


Preghiera dopo la comunione
O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento,
ascolta la nostra umile preghiera:
il memoriale, che Cristo tuo Figlio
ci ha comandato di celebrare,
ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.

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